Siamo arrivati quasi alla fine del nostro tour, stanchi ma soddisfatti, una breve pausa a Natchez, Louisiana, per rifocillarci al saloon Under the Hill dove si vocifera che lo scrittore Mark Twain passasse le sue giornate in allegria e poi ripartenza verso la tappa finale, New Orleans.
Niente negozi di dischi troppo esterni all’albergo che avevamo nel quartiere francese, vero anche che la mia borsa era già piena di vinili ed il peso era oltre i 10 chili consentiti in aereo.
New Orleans è la capitale del Jazz, l’architettura coloniale delle splendide case è tipica degli insediamenti spagnoli ed è tutelata dallo stato. Anche quì nella downtown, dove tutto è concesso, anche il consumo di stupefacenti, una marea di persone si riversa nei locali dal mattino per bere e ascoltare band dal vivo che suonano in prevalenza il classico Dixieland.
Una visita al parco dedicato al grande Louis Armstrong, un giro sul battello a vapore per l’ultimo relax, non particolarmente speciale, e poi cena presto perchè negli States ti va bene se un ristorante chiude alle 21 di sera ma è molto raro.
Il ritorno a casa è lungo, il nostro Record store day tribute ha dato ottimi risultati, ho trovato dei vinili a buon prezzo e per me di inestimabile valore, come per tutti gli amanti del disco.
Avrei una mezza idea di tornare ma l’America sta cambiando, aspettiamo e vediamo cosa succederà, nel frattempo mi dedicherò all’ascolto dei miei acquisti.